L'importanza di ripetere. Cinzia Pedrani

Tornare indietro per andare avanti.

Un post “evento”, lungo e denso di contenuti, frutto di un importante lavoro di rilettura e parziale ripubblicazione di 5 anni di post di questo mio Blog. Un modo per riprendere il filo del discorso, per unire i puntini, per ripetere quanto detto, per rilanciare, di nuovo, in modo nuovo. Per ogni categoria ti propongo alcuni spunti di riflessione che, spero, possano esserti utile per manifestare meglio questo tuo talento e per essere sempre più consapevole nel tuo fare ed essere accoglienza.

Per aiutarti nella lettura ho creato un indice.

  • Social accoglienza: come utilizzare i profili social (ma anche la newsletter ed il Blog) per raccontare al meglio il tuo fare ed essere accoglienza.
  • Essere accoglienza: prima di fare, sotteso al fare, c’è o, meglio, dovrebbe esserci, un essere, accoglienza.

Tornare indietro per andare avanti.

Come mi è arrivata l’idea/urgenza di intraprendere questo viaggio nel tempo l’ho raccontato nella newsletter di giugno. Se te la sei persa la puoi recuperare qui.

Dal giorno della messa on line di questo mio blog (1 settembre 2018) tante cose sono cambiate.

Tra queste è sicuramente cambiato il modo di fare accoglienza, si è modificato, per certi aspetti ha subito una vera rivoluzione (ne ho parlato nel post Un’accoglienza inconsueta) ma, per quello che posso vedere io, le qualità sottese al questo fare, quelle che colorano il nostro essere, accoglienza, son quelle di sempre.

Questo, però, non vuol dire che se ne abbiamo parlato una volta non ne dobbiamo parlare più.
Anzi.
Proprio perché si tratta di aspetti importanti, difficili per certi versi, van ripetuti, riproposti, ri-cordati.
Ho quindi pensato di dedicare il mese di agosto a ri-prendere i post del mio Blog e di farlo insieme a te che vorrai pazientemente seguire le tracce di questo mio riprendere.

Torno indietro, rileggo il lavoro fatto in questi anni, mi emoziono, mi commuovo anche, ricordando le difficoltà, i dubbi, le paure, l’inquietudine che, fin da subito, hanno accompagnato questo mio progetto on line.

C’era e c’è ancora una specie di lotta in me, tra due me.

Una Cinzia che rimarrebbe tranquilla nel suo nascondimento così piacevole, un altra che preme per mostrarsi, per condividere, per rendersi utile. Non ti dico che trambusto.

Scoperchiato il vaso di pandora, dato il via al processo, dopo un attimo di panico ho deciso come procedere.

Ho messo mano alle categorie ( i “contenitori” che permettono di raccogliere gli articoli del blog che parlano dello stesso argomento), le ho modificate in modo che rispecchiassero meglio la natura del mio lavoro di oggi, e ho scelto di usarle come i capitoli di un racconto.

Te le elenco qui sotto, una per una e ti lascio i rispettivi link così da permetterti di recuperare facilmente i post che preferisci.

Scegli tu in che ordine consultarle in base ai tuoi interessi ed alla tua situazione attuale.

Per tutte le categorie però vale lo stesso consiglio: leggi i post in ordine cronologico, quindi partendo dall’ultimo. Perché così sono stati scritti e pensati. Iniziamo.

Dal Dire al Fare Accoglienza

Questa categoria raggruppa gli articoli pensati per chi coltiva nel suo cuore l’intento di poter manifestare il talento dell’accoglienza anche in un vero e proprio lavoro.
In pratica: per chi vorrebbe aprire una piccola struttura ricettiva e diventare Host.

Dal dire al fare accoglienza è il titolo che ho dato al primo post scritto.

A seguire troverai 4 post con riflessioni a tema, un vero e proprio corso da seguire prima di aprire e, in un lunghissimo post, un percorso in 4 moduli da affrontare preferibilmente prima di iniziare. L’ ho intitolato Intento, iniziamo da qui.

Dopo averli letti e aggiornati ho pensato di condividere con te che forse stai pensando di seguire un tuo intento alcuni spunti di riflessione.

  • Oggi, cosa ti impedisce di passare dal 𝚍𝚒𝚛𝚎 𝚊𝚕 𝚏𝚊𝚛𝚎 𝚊𝚌𝚌𝚘𝚐𝚕𝚒𝚎𝚗𝚣𝚊? Riesci ad identificare questa difficoltà, questo ostacolo, questa paura? Nominala (per me è molto utile quando mi faccio domande di questo tipo rispondere per iscritto e mi aiuta anche, nel nominare i miei bisogni, le mie paure, gli ostacoli dirli ad alta voce ). Se non posso nominarli di sicuro non potrò risolverli, non credi anche tu?
  • Dopo aver nominato il tuo blocco, prenditi qualche giorno, se vuoi, per fare questo lavoro e, una volta dato il nome a tutto quello che ti impedisce, oggi, di passare dal 𝚍𝚒𝚛𝚎 𝚊𝚕 𝚏𝚊𝚛𝚎 𝚊𝚌𝚌𝚘𝚐𝚕𝚒𝚎𝚗𝚣𝚊 tienilo con te, fallo diventare l’oggetto delle tue riflessioni. Meglio se solitarie e nella natura.
  • Infine passa all’azione. 𝚀𝚞𝚒𝚗𝚍𝚒? Se hai nominato ciò che, oggi, ti impedisce di realizzare il tuo intento, se lo hai tenuto con te, ci hai riflettuto sopra, magari lo hai portato nella tua meditazione, nelle tue preghiere, se sei qui, bene:
    • Cosa vuoi fare adesso? Come vuoi procedere? Come vuoi vivertela?

Fino a quando non passerai a questa terza fase continuerai a rimanere tra il dire e il fare. Questo credo tu lo sappia. Come vedi, ancora una volta, ti lascio più domande che risposte.

Piccolo spoiler: in base alla mia esperienza, quasi sempre l’aiuto che cerchiamo quando siamo in difficoltà in realtà è già dentro di noi, e si manifesta nella capacità di valorizzare quello che abbiamo accanto.
Adesso. Nel nostro quotidiano. Lì dove ci troviamo.

Aprire se ancora non lo hai fatto,Cinzia pedrani

Se porterete alla luce ciò che è dentro di voi,
ciò che porterete alla luce vi salverà.
Se non porterete alla luce ciò che è dentro di voi,
ciò che non porterete alla luce vi distruggerà

Vangelo apocrifo di Tommaso

Fare Accoglienza

Fin dal principio ho fatto una scelta: sul blog e sui canali social avrei parlato (e scritto) solo di cose che conosco e avrei proposto soluzioni da me sperimentate, in prima persona, pratiche ho visto funzionare (o non funzionare) su di me e che penso possano esserti d’aiuto.

Parlare di cose che conosco e di cui ne ho fatto esperienza è il mio mantra.

I post che troverai sfogliando questa categoria ne sono un esempio lampante.

Venti e più anni di Vita da Host, le difficoltà incontrate, le situazioni vissute, il confronto costante con altri Host ( e aspiranti Host ) e le tante riflessioni ispirate sono l’ oggetto di questi post.

Alcuni dei temi trattati: l’attesagli imprevistila gratitudine, le recensionile recensioni bruttissimel’importanza delle regolel’ occuparsi dei punti dolentiil senso del lavorare quando tutti sono in vacanza … e tanti altri ancora.

Nello sfogliarli mi sono resa conto che gli ultimi scritti si riferiscono al periodo di chiusura forzata e successiva riapertura a seguito della pandemia.

Per loro ho creato una sotto categoria, Accoglienza e Restrizioni (5 scritti durante la chiusura e due per la riapertura del 2021).

E’ stato un periodo difficile per tutti, ma anche foriero di insegnamenti che non andrebbero dimenticati.

gestire al meglio, Cinzia pedrani

Ho deciso di andare incontro a questo destino con allegria e pochi drammi perché quel che sono come Host è solo una mia scelta.

Mi son persa la domenica

Come racconto nel post nello scrivere questo pensiero ho parafrasato un passaggio letto in Big Magik, di E. Gilbert. Mi è piaciuto molto, mi ci sono ritrovata, e credo che, meglio di tante parole, trasmetta quello che ho cercato di comunicarti nei post di questa categoria. Quello che sei, oggi, come Host (e non solo) è una tua scelta. Che tu ne sia o meno consapevole.

I tre passaggi che ti ho suggerito nella categoria Dal dire al fare accoglienza possono essere validi anche in questo caso.

  • Nomina il tuo problema, la tua difficoltà. Dedica del tempo nel farlo, scrivi tutto quello che ti disturba, che non ti soddisfa, che non ti rappresenta. Che ti toglie gioia.
  • Tienilo con te nei tuoi momenti di riflessione, di meditazione, di preghiera. Stai in ascolto.
  • Quindi? Agisci, con allegria e pochi drammi. Non dare per scontato che le cose debbano per forza andare così ma scegli cosa vuoi fare adesso, come agire per ritrovare la gioia del fare.

Piccolo spoiler a proposito dei nostri 𝚀𝚞𝚒𝚗𝚍𝚒?

Se oggi c’è un qualche aspetto del tuo fare accoglienza che non ti soddisfa, se non ti piace l’accoglienza che offri, non del tutto, se ti sei persa per strada la gioia dell’accogliere prova a cambiare prospettiva, a smettere di cercare il colpevole nel mondo la fuori e a considerare il fatto che possa essere frutto di una tua scelta. Forse della scelta di guardare il mondo in un certo modo, forse.

Prova.

E’ un cambio di prospettiva radicale che non viene spontaneo. Costa fatica, come nuotare contro corrente. Ma cambierà la tua vita, credimi.

Social Accoglienza

Eccoci alla terza categoria.

Come puoi facilmente intuire qui troverai tutti i post nei quali parlo di come utilizzare i profili social (ma anche la newsletter ed il Blog) per raccontare al meglio il tuo fare ed essere accoglienza.

20 post, scritti dal 2018 al 2021.

Riguardandoli mi son resa conto che, fin da subito, il mio approccio all’argomento è stato più qualitativo che quantitativo. E ne sono felice perché tutto quello che riguarda gli aspetti “tecnici” o quantitativi del mondo social cambiano velocemente e quindi richiedono un aggiornamento continuo.

Gli aspetti qualitativi, invece, sono validi in qualunque situazione.

Una riflessione sull’importanza di essere social, per esempio, sul come guardare alle OTA come ad una risorsa o su come utilizzare alcuni strumenti (newsletter e blog, per esempio) per raccontare meglio il tuo fare ed essere accoglienza trovo siano sempre attuali ed importanti, foriere di punti di vista nuovi, inconsueti. Come la tua accoglienza.

Far socializzare, Cinzia pedrani

Non cercare di fare grandi cose,

fanne di piccole,

che rendano più felice te e chi ti segue.

Thich Nhath Hanh

Questo, molto in breve, il consiglio che sento di lasciati oggi. Quando si parla di comunicazione sui canali social, della paura di iniziare qualcosa di nuovo (un nuovo profilo, un blog, una newsletter) o della fatica di “mantenere” un canale attivo, interessante, utile per chi ti legge:

non cercare di fare grandi cose, fanne di piccole, che rendano più felice te e chi ti segue.

E mi permetto di aggiungere: falle con attenzione, cura.

Scegli il tuo canale, il tuo progetto, e poi procedi pian piano, con il tuo passo, con pazienza, perseveranza, umiltà e coraggio.

Le quattro qualità, i quattro talenti, che ti aiutano ad essere, ogni giorno sempre di più e sempre meglio, una persona più consapevole nel suo fare ed essere accoglienza.

La riflessione a tre passaggi che ti ho proposto per le categorie precedenti è valida anche in questo caso. Nomina la difficoltà, l’ostacolo, che ti impedisce, oggi, di essere soddisfatta della tua presenza on line.

Tienila con te, riflettici su, con calma, prendendoti del tempo, meglio se sola, nella natura. Oziando.

Quindi? Quando ti sentirai pronta affronta questa domanda, passa all’azione. Come ti ho già detto non pensare di dover fare grandi cose, inizia a farne di piccole, che rendano più felice te e chi ti segue.

Essere Accoglienza.

Gli avvenimenti del 2020 e 2021, sociali e privati, hanno decisamente stravolto me, la mia vita, il mio mondo. E, inevitabilmente, anche questo mio Blog.

La logica dell’accoglienza è il primo post nel quale ho accennato a qualcosa di nuovo che stava facendo capolino in me.

Una nuova idea, un nuovo bisogno, quasi un’urgenza che nel post Metamorfosi (e in un anno di newsletter dedicata) si delinea meglio prende forma.

Essere Accoglienza è anche un post e il nome della newsletter che ci accompagna quest’anno.

Ci credo fermamente.

Una persona che sa accogliere cambia il mondo perché l’accoglienza non è solo un saper fare una serie di cose, ma è un principio spirituale e, come tale, ha a che fare con l’essere, con quello noi che siamo.

Una persona che sa accogliere è impregnata di questo principio e … lo porta sempre con sé, lo diffonde intorno a sé, lo emana. Proprio come un profumo.

Essere Accoglienza è la mia scelta oggi, è quello che tento di portare nella mia vita, scrivendo su questo blog e relazionandomi con chi decide di lavorare con me.

I post che troverai in questa categoria sono un primo tentativo di continuare a parlare di accoglienza parlando di ciò che è invisibile ma presente, già adesso, in ciascuno di noi, Host e non Host, di quello che colora e da forma e gusto al nostro talento dell’accoglienza, rendendolo unico, e scegliere di aiutarti a manifestarlo, a diffonderlo, a incarnarlo. A farlo crescere.

Voler Essere Accoglienza

Credi in qual cosa? 

Parlane. 

Per sempre. Costantemente. 

Con tutta la tua dannatissima anima.


Gary Vaynerchuck

Tornare indietro per andare avanti.

Potrei fermarmi qui. Il lavoro è terminato. Potrei ma …

Se hai avuto la pazienza di seguirmi in questo mio tornare indietro, riprendere il lavoro fatto negli ultimi 5 anni, aggiornarlo e riorganizzarlo nella speranza di renderlo sempre più facilmente fruibile, se hai avuto questa pazienza (grazie, grazie, grazie ) probabilmente ti sarai accorta che c’è un argomento in particolare che ritorna spesso.

E questo perché penso sia davvero importante.

Ci credo davvero. E quindi ne parlo.

Per sempre. Costantemente. 

Con tutta la (mia) dannatissima anima.

L’argomento è l’ascolto.

Credo non ci possa essere vera accoglienza senza un ascolto autentico, profondo, reale, un ascolto che vada ben oltre il semplice sentire.

Qui trovi tutti i post nei quali ne parlo. Alcuni sono specificatamente dedicati a questo aspetto nell’ambito di un lavoro onesto e sincero sull’essere accoglienza, altri ne evidenziano l’importanza in contesti più pratici relativi al fare, accoglienza.

Ancora una volta, la riflessione a tre passaggi che ti ho proposto per le categorie precedenti, potrà esserti di grande aiuto.

  • Chiama per nome. Se dovessimo paragonare la nostra accoglienza ad una bella macedonia, qual è il “frutto” che, secondo te, oggi manca al tuo essere accoglienza? Puoi nominarlo? Fallo, ad alta voce. Potrebbe essere la pazienza, la fiducia nell’esistenza, la tenerezza, l’ascolto, il sorriso …
  • Tienilo con te, riflettici su, con calma, prendendoti del tempo. Lo scopo di questo lavoro, sicuramente più intimo dei precedenti, non è quello di affliggerti, di giudicarti o condannarti per una mancanza, ne di trovare una giustificazione o un colpevole. Si tratta piuttosto di un lavoro di auto conoscimento, una presa di coscienza o, se preferisci, di consapevolezza, di questo tuo talento. Tornando alla metafora: si tratta di prendere coscienza del frutto che senti mancare nella tua macedonia.
  • Quindi? Ancora una volta è necessario passare all’azione. In questo caso però non si tratterà di fare qualcosa ma di osservarti nel tuo fare cercando, consapevolmente, di aumentare proprio quel “frutto” che senti mancare oggi. Si tratta di scegliere di cambiare il come, fai. Si tratta di aggiungere, pian piano, senza fretta, una sempre maggiore profondità al tuo essere. Accoglienza.

Adesso ho davvero finito. Lo so, ho alzato un pochino l’asticella. Me ne rendo conto. Ma se sei arrivata fino a qui, se intuisci l’importanza di lavorare su questo tuo talento, su quanto puoi realmente cambiare il mondo fin da subito nel manifestarlo sono sicura che non ti spaventerai e farai del tuo meglio per rendere sempre più gustosa, colorata, indimenticabile, la tua macedonia. Il tuo essere accoglienza.

[Non è mia abitudine lanciare sassi e poi togliere le mani. So bene che le riflessioni che ti ho proposto al termine di ogni categoria di post non sono semplici. So che potresti avere delle difficoltà, forse dei dubbi.

Come sai non mi considero né un’insegnante né, tanto meno, una maestra ma, piuttosto, una praticante dell’accoglienza, quella con tutto il cuore, da oltre un ventennio, che pensa che quest’amore possa essere comunicato e che si offre, con immenso piacere e grande umiltà, per accompagnarti, se lo vorrai, su questa via.

La via dell’accoglienza.

Raccontami, ti ascolto è il nome che ho scelto per la call conoscitiva gratuita che propongo quest’anno e che potrebbe essere perfetta per affrontare gli ostici 𝚚𝚞𝚒𝚗𝚍𝚒.

Pone al centro proprio l’ascolto.

Tu racconti e io ascolto, osservo e restituisco, quando possibile (e se possibile non è lo dico chiaramente) una parola su quanto sceglierai di condividere con me.

Proprio perché credo che l’ascolto sia uno strumento importante ho fatto una scelta, contrapporre la dinamica dell’ascolto a quella dell’agire.

C’è anche un tempo per fare, chiaramente, ma prima, proprio come nelle riflessioni, c’è un ascoltare, un ascoltarsi, un andare un profondità e da lì, solo da lì, lasciar partire un fare].

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