Metamorfosi, una newsletter di transizione

Metamorfosi, la newsletter

Metamorfosi, una newsletter di transizione.

Indice

  1. Marzo Fuori tutto: si cambia aria!
  2. Aprile Di accoglienza e spiritualità
  3. Maggio Mostrare e mostrarci. Una riflessione primaverile
  4. Giugno Metamorfosi must go on!
  5. Luglio Storia di un innamoramento: saluti e baci da Phuket!
  6. Settembre Imparare ad accogliere è il destino che ci chiama. lo senti anche tu?
  7. Ottobre Crisi, svolte, cambiamenti e tempi lunghi. Io son messa così.
  8. Dicembre A.A.A. Nonna affettuosa cercasi.

[Se vuoi seguire le mie tracce, se sei interessata ad un lavoro più quantitativo, le newsletter scritte pre Metamorfosi le trovi qui ].


1. Fuori tutto, si cambia aria!

Buongiorno a te.
È da settimane che immagino di scriverti questa newsletter e finalmente oggi ho trovato il momento giusto per farlo.
Non so se, recentemente, hai dato un’occhiata al mio sito web.

Se sì, lo hai fatto, ti sarai sicuramente accorta del cambiamento, anche vistoso, in corso (se no, non lo hai ancora fatto, ti consiglio di andare a curiosare).
Foto diverse, un diverso motto, testi diversi, novità anche sui prodotti e servizi al momento disponibili e una certezza: sapere che occuparmi di accoglienza è un privilegio.

E proprio da qui arriva la mia prima nuova consapevolezza:
voglio trovare un modo per aiutarti nel diventare più accogliente, nel manifestare nelle tue giornate più accoglienza, nel vivere nell’accoglienza!


A prescindere dal fatto che tu, per lavoro, ti occupi o meno di accoglienza.

Facciamo un breve riassunto di questi ultimi tre anni di Blog.

  • Nel 2018 ho iniziato questo progetto on line mossa da un intento forte: aiutare chi è già Host a lavorare meglio e chi sogna di diventarlo a compiere i passi necessari per farlo in maniera consapevole. Avevo un focus ben preciso: i gestori di bed and breakfast. Mi definivo infatti una bnb mentor (definizione inventata di sana pianta da me).

Nasce così Vita da Host, la mia newsletter, il Blog e il gruppo Facebook.

  • Nell’estate del 2020, grazie al prezioso aiuto di Eleonora, ho accettato il fatto che il mio pubblico è molto più eterogeneo di quanto pensassi ed il mio potenziale più vasto e così ho allargato il mio target scegliendo di utilizzare, per definirmi, un nuovo temine, sempre poco conosciuto: Hospitality Mentor.

Ho creato un profilo Instagram dedicato, una pagina Facebook, ed una serie di servizi e prodotti mirati alla formazione specifica di chi è già Host e/o sogna di diventarlo.

  • Lo scorso anno, ad un certo punto, il vento è cambiato, almeno per me.

La mia vita privata ha subito un paio di pesanti scossoni e molte cose hanno perso di significato ed interesse (qui trovi le newsletter precedenti se ti sei persa qualche tappa).

Dopo due decenni trascorsi immersa in questo nostro mondo fatto di ospiti da contattare, da acquisire, aspettare, ascoltare, accogliere e poi salutare, mi sono resa conto di non riconoscermi più nel modus operandi “classico”, quello che, purtroppo, va ancora per la maggiore, quello dell’abbiamo sempre fatto così, quello che continuo troppo spesso ad incontrare quando capito su qualche gruppo Facebook, per esempio.

La sensazione di asfissia che ha caratterizzato questi due anni di “pandemia” si è allargata, quasi come un’infiammazione, per un effetto domino, a tanti altri aspetti di questa nostra vita.
Il lavoro, per esempio, ma anche le relazioni, la socialità.

Ho sentito forte l’urgenza di un modo nuovo di vivere e quindi anche di lavorare: in pratica di un nuovo modo di accogliere, per rimanere in tema.

  • E arriviamo ad oggi.

Come ti dicevo vorrei continuare ad essere d’aiuto a te e a chi, come te, è già Host e/o ci sta pensando, ma vorrei anche aiutare le persone a capire l’importanza di lavorare in maniera consapevole su questo talento, l’accoglienza.

Come? Ancora non lo so, ho chiamato questa mia newsletter Metamorfosi perché mi sento proprio come penso si senta il bruco che capisce di essere alla fine della sua vita e di dover cambiare per andare avanti, anzi, di stare già cambiando, ma non sa nulla di cosa stia succedendo in realtà.

So quello che sono stata fino ad oggi ma non so come concretizzare quello che vorrei essere domani.

Come ti dicevo, viste le poche certezze del momento, ho deciso di ricompensare la tua fiducia regalandoti tutti i servizi ed i prodotti che ho creato in questi primi 3 anni di Blog (quelli che non prevedono la mia presenza per essere svolti).

Qui trovi la pagina nella quale ti spiego tutto. 

Una precisazione: non regalo prodotti e servizi di qualità perché non voglio più occuparmi di accoglienza turistica in senso stretto. Assolutamente.
Lo faccio perché, nonostante le tante cose che so di non sapere, sono certa che se voglio proporti qualcosa di “nuovo” devo prima svuotarmi di quello che è “vecchio”.
E quale modo migliore di farlo donando questo mio lavoro prezioso a te che mi hai sempre seguita con affetto?

Uno dei miei talenti è sicuramente la strategia: vivo costantemente in un mondo di possibilità e si, per me nulla è impossibilenemmeno continuare ad occuparmi di accoglienza senza occuparmi più di Hospitality.
Ma non sono sola, giusto?

Ho quindi pensato che forse tu che mi leggi, tu che sei una Host con esperienza pluriennale, o forse una quasi Host, o magari una che mai in vita sua ha pensato di occuparsi di ospitalità turistica e che mi leggi con affetto da anni, tu mi puoi aiutare a sperimentare e, spero, trovare il modo giusto per farlo.
Se questa mia idea ti piace, se hai anche tu l’impressione che questo nostro mondo ci stia chiedendo un cambiamento radicale, se da qualche parte, dentro di te, senti il desiderio manifestare questo tuo talento, di ricevere ed offrire un’accoglienza che parta più dal cuore, un’accoglienza più consapevole, scrivimi.
Ti leggerò con piacere, interesse ed infinita gratitudine.


Un ultima cosa veloce: ieri ho pubblicato un post sul Blog.

L’ho intitolato Metamorfosi, tanto per essere originale.

Ti consiglio di leggerlo, ti aiuterà a capire meglio la strana idea che mi sta muovendo verso questa metamorfosi.

Ti auguro un mese di marzo sereno.
Ti auguro di accogliere ed essere accolta,
ogni giorno,
con sempre maggiore consapevolezza,
gioia e pace.


Cinzia


2. Di accoglienza e spiritualità.
 

Eccomi qui, ad un mese di distanza dall’ultima newsletter, a raccontarti cosa è successo e cosa sta succedendo in questo mio momento metamorfosi.

In questo mese ho fatto alcune chiacchierate (consulenze, se preferisci) interessanti, grazie alle tante persone che hanno accolto la mia proposta. Raccontami, ti ascolto.

[Se sei una di loro ti dico ancora grazie, di cuore, per il tuo tempo].

Sono state chiacchierate foriere di riflessioni, tra me e me, nelle mie camminate quotidiane. Camminate vista mare.

Ed è stato proprio lui, il mare, durante una camminata molto ventosa, a fornirmi un’immagine che credo possa esprimere meglio di mille parole la mia situazione questo mese.

Ogni goccia di mare è mare, ma la situazione di una goccia che si trova in superficie, magari proprio nell’onda che sbatte violentemente sulla spiaggia, è ben diversa da quella della goccia che abita le profondità del mare: questa è ferma, o meglio, pare ferma, ignara di cosa succeda più su, ma, essendo parte del tutto, del mare, in realtà si muove, si agita, si sposta con lui.
Giusto?

Ecco l’analogia: in queste settimane mi son sentita come la goccia che vive nella profondità del mare, immobile.

Mi sembrava di non fare progressi, di non avere nulla da raccontarti riguardo alla metamorfosi in corso ma, in cuor mio, sapevo che non era così. Sapevo che, grazie alle riflessioni nate da chiacchierate, e-mail, messaggi ma anche dal mio lavoro personale ed intimo qualcosa si stava muovendo, ed anche velocemente.

Ho scritto un post, A proposito di talenti, un po’ per rispondere a chi mi diceva che no, l’accoglienza non è un talento (ahimè, è successo!) un po’ per capire se fossi pronta per manifestare al mondo (che poi sono ben poche persone, in realtà) quella che sento essere la mia nuova strada.

È stato un parto lungo. Credo di non aver mai impiegato così tanto tempo per scrivere un post. Temevo di dire troppo, o forse, di dirlo male, chissà.
Alla fine, l’ho pubblicato, e condiviso e … non è successo nulla di terribile, anzi, ho ricevuto diversi messaggi di stima e ringraziamento per questa mia riflessione un po’ fuori dai soliti schemi.

E quindi eccomi qui, oggi, a condividere con te, in anteprima, una nuova, piccola, consapevolezza.

Voglio continuare a parlare di accoglienza e voglio provare a farlo con un approccio più spirituale.
L’ho detto, l’ho scritto, finalmente!

Non rinnego il lavoro fatto fino a qui, assolutamente, ma vorrei provare a portarlo a compimento, se così si può dire.
Quindi, se tu hai bisogno di informazioni o consigli tecnici riguardo alla gestione della tua struttura non temere, io rimango sempre disponibile, per quanto possibile, a condividere con te il mio sapere e la mia esperienza.
Ma, guardandomi intorno, mi sono resa conto che abbiamo tutti un gran bisogno di occuparci di ciò che per noi è reale, di ciò che è essenziale. 
Abbiamo tutti quanti una fame che è anche un urgenza: 
portare un tocco di spiritualità nelle nostre vite, vedere la bellezza lì dove fino a ieri non la vedevamo, percepire la qualità della nostra esistenza, degli attimi che viviamo quotidianamente.

Dipenderà forse dagli avvenimenti di questi ultimi due anni, da questa accelerazione che ha subito il pianeta terra e noi con lui, ma vedo che le persone intorno a me non solo non temono più ma ricercano occasioni nelle quali poter riflettere sul senso della vita, sul senso del nostro essere qui, oggi.

Sul nostro piano di volo.

Ecco, quello che voglio fare è portare queste riflessioni, questa logica nuova, nelle nostre vite, nel nostro lavoro, nel nostro essere o non essere Host, essere o non essere accoglienti ed aperti all’accoglienza.

Come? Non lo so ancora.
Il lavoro da fare non mi è ancora chiaro, nei modi.
Ma so di cosa voglio parlarti.

Sul sito, alla pagina Come ti aiuto trovi le due opzioni disponibili al momento. Entrambe gratuite*

Proprio come la goccia del fondo del mare, immobile, so che qualcosa in realtà si sta muovendo, ma non so ancora i dettagli.
Devo avere pazienza. Spero tu voglia pazientare con me.

Ti lascio con una poesia Rumi, a tema gocce e mare (anzi, oceano) e ti auguro un mese colmo di bellezza e uno sguardo nuovo, che la sappia cogliere.

Un abbraccio,
Cinzia

Tu non sei una goccia dell’oceano,
ma sei l’oceano in una goccia.

Rumi



* Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.
Lo spiego bene sulla pagina dedicata. Aggiungo solo due parole: un aspetto fondamentale del possedere dei talenti è il privilegio di poterli regalare a chi ci circonda: regalandoli regaliamo parte della nostra bellezza!

Questa newsletter è stata creata e spedita con il ♥ 


3. Mostrare e mostrarsi. Una riflessione primaverile.
 

𝙼𝚘𝚜𝚝𝚛𝚊𝚛𝚎.

Questo caldo mese di maggio mi ha portato a riflettere su questo argomento non proprio facilissimo.
Ispirata dalla natura, dai tanti fiori che  colorano i nostri balconi, giardini, parchi: fiori che, quando arriva il momento, si mostrano nel loro splendore, nella loro unicità.
Portano a termine il loro compito, senza preoccuparsi di quanto sono belli, giusti, a posto!
Fanno quello che tutti noi siam chiamati a fare, il “nostro lavoro” senza se e senza ma.

Sul blog trovi un pensiero di Martin (ne ho fatto anche un post su IG):
l’ho scelto come citazione “che parli al posto mio” e sento il bisogno di contestualizzarla un po’.
La maestrina che è in me ogni tanto fa capolino, porta pazienza.
Eccolo.

“Gli esseri umani saliranno sempre al loro stato più elevato
quando vedranno altre persone che lo hanno raggiunto.

Perché’ se scegliamo di mostrare ciò per cui siamo stati creati,
anche altri avranno il coraggio di farlo”.
D. Martin

Iniziamo da qui.

𝙼𝚘𝚜𝚝𝚛𝚊𝚛𝚎 agli altri qualcosa di noi può essere difficile, può spaventare.

Che si parli di vita “reale” o di vita “virtuale” cambia poco:
mostrarci ci terrorizza.

Per alcuni di noi è già difficile mostrare il proprio volto, metterci la faccia.
Quante volte, in questi ultimi anni di mentoring, mi è capitato di lavorare con persone che si rifiutavano di pubblicare una loro foto, una loro immagine, sul sito web della loro struttura, sui loro canali social.

Per altri invece è complicato mostrare le proprie emozioni, le proprie idee.
Sono paure che rispetto, questo vorrei fosse chiaro.
Siamo liberi (o crediamo di esserlo?) di scegliere quanto e come mostrarci, e a chi.

Ma se sei qui, se mi leggi, se vuoi lavorare seriamente sulla tua accoglienza, sul tuo essere accogliente, allora potrebbe tornarti utile fare, con me, una riflessione su questo argomento.

Perché per mostrarci per quello che davvero siamo dobbiamo prima di tutto conoscerci, davvero, dobbiamo riuscire a “vederci”, davvero.
E dobbiamo infine accoglierci!

Cominci ad intuire come mai scrivevo che l’accoglienza è un talento, il più grande talento!

Proviamo ad andare oltre.

𝙼𝚘𝚜𝚝𝚛𝚊𝚛𝚎 ciò per cui siamo creati.

Di questo parla la citazione.
Quindi qui si fa un passo ulteriore.
Non solo si son vinte tutte le paure della nostra personalità legate al mostrare allo sguardo degli altri il nostro viso, il nostro corpo, le nostre emozioni, i nostri pensieri.

Scegliere di mostrare con il nostro lavoro, con la nostra vita, nella nostra quotidianità ciò per cui siamo stati creati vuol dire mostrare, a chi saprà riconoscerla, la nostra anima (eh già), vuol dire aver fatto a monte un lavoro di conoscenza di sé, di consapevolezza.

In pratica, mostrare ciò per cui siamo stati creati:

  • vuol dire scegliere di non aver paura di farsi domande “importanti”
  • vuol dire scegliere di guardarsi seriamente dentro alla ricerca delle risposte
  • vuol dire iniziare un viaggio che si chiama lavoro su di sé.

Un viaggio che dura una vita, se va bene.
Un viaggio che è anche una grande avventura, l’unica, a mio avviso, che valga davvero la pena intraprendere.

Immagino sia capitato anche a te di riflettere sul tema del mostrarsi, magari proprio ammirando il tuo giardino in fiore (why not?) o forse dovendo affrontare, per esempio:

  • il mostrarti on line, sui tuoi canali social, sul tuo sito web, ma anche rispondendo ad una e-mail, ad un messaggio.
  • il mostrarti davvero, durante il check-in, il soggiorno, il check-out o magari rispondendo ad una telefonata.
  • il mostrarti più intimamente per esempio durante uno scambio di idee, di opinioni.

In quanti modi ci mostriamo!
In quanti modi, diversi, possiamo mostrare ciò per cui siamo stati creati!


Prova, se ti va, a pensare alle tue giornate, al tuo lavoro, alle tue relazioni, al tuo accogliere.

Ti mostri in quel che fai?
Ti mostri davvero? 

Lasci che la tua anima faccia capolino nelle piccole cose di ogni giorno?

Lo so, son domande che suscitano qualche resistenza ma se l’argomento ti interessa da un punto di vista quantitativo (magari legato al mostrarti nel modo migliore on line) o qualitativo (forse l’interesse che ti anima è più verso un lavoro su di tè, intimo) puoi scrivermi (anche rispondendo direttamente a questa e-mail) richiedere Raccontami, ti ascolto!.

Proprio come i fiori che mostrandosi nel loro splendore, senza paure inutili, senza complessi, dubbi o insicurezze regalano la loro bellezza, il loro profumo, la loro unicità al mondo così anche noise scegliamo di mostrare ciò per cui siamo stati creati possiamo aiutare le persone intorno a noi, che siano ospiti paganti, parenti, amici, conoscenti. Poco importa: la cosa importante è che il nostro coraggio farà si che anche altri avranno il coraggio di farlo.

Prima di salutarti ti lascio con una confessione e un link.
Proprio all’inizio di maggio ho deciso di “mostrare” sul blog quella che è la direzione che questo mio lavoro, questa mia vita, sta prendendo.
Ho scritto queste poche righe.

“Parlo di spiritualità parlando di accoglienza,
parlo di accoglienza parlando di spiritualità”.


Non è stato un passaggio facile, mostrarsi non lo è mai, anche per questo ho pensato di condividere con te queste riflessioni. Forse anche tu, come me, sei in fase di metamorfosi, di cambiamento, e vivi questa paura, questo timore, questo pudore (legittimo) nel mostrarti.

Stranamente ieri sono andata a vedere cosa scrivevo lo scorso anno, a maggio e … mi è piaciuto.
Ho visto che, tra le righe, questa nuova me era già presente e mi sono commossa.
Trovi il link qui.
Grazie del tuo tempo,
grazie di esserci, non è scontato per me.

Un abbraccio,
Cinzia

4. Metamorfosi, must go on!


E siamo a giugno!
Questa potrebbe essere l’ultima newsletter prima della mia movimentata estate.
Potrebbe, chissà!
Sì, perché, come avrai intuito dal titolo, la mia condizione di “donna in metamorfosi” must go on, deve andare avanti.

Indietro non si torna, questa è l’unica cosa che probabilmente sa anche il bruco quando, in maniera più o meno consapevole, crea il bozzolo nel quale avverrà la sua trasformazione.

La piega che sta prendendo il mio lavoro mi piace.

Al di là dei feed back che sto ricevendo (grazie, grazie, grazie) questo mio tentativo di coniugare spiritualità e materia mi permette di esprimermi in maniera più autentica, di mostrarmi (ricordi cosa dicevo nella newsletter di maggio?), di condividere con te non solo il mio “sapere” in fatto di accoglienza, ma anche il mio “sentire”.
Il mio essere, accogliente.

Detto questo sono ancora in modalità work in progress.
Nei modi, nei tempi e nei luoghi!

  • MODI: come aiutarti. Non mi sento pronta per proporti prodotti o servizi nuovi. Ne ho in mente diversi ma non sono ancora sicura di quale sia il modo migliore, per me, oggi, di aiutarti a lavorare sull’accoglienza intesa come talento. Al di là del rapporto 1:1 che rimane e rimarrà sempre il migliore.
  • TEMPI: quando aiutarti. Alterno settimane di quiete, nelle quali lavorare per te, con te, non solo è possibile ma super prezioso per la mia metamorfosi, a settimane in cui entro in modalità “nonna/mamma/figlia full time” nelle quali perdo completamente il controllo del mio tempo. Completamente.
  • LUOGHI: dove, o, da dove, aiutarti. La formula on line è oramai sdoganata: call, video call, audio, dirette. Le possibilità son tante, perdersi è facilissimo. Da qualche tempo ho voglia di parlare, di parlarti, di raccontarti a voce quello che mi sta succedendo. Mostrarmi, al di là dei confini della parola scritta. Non so ancora dove, su quale piattaforma (né quando, né come).

Work in progress. Quest’anno va così ma non mi lamento.

La prossima settimana lascerò Spotorno e mi metterò in viaggio: mi sposterò prima a Montecarlo, da mio figlio Stefano, poi a Girona, da Giacomo. Vedrò la sua nuova casa e conoscerò la famiglia della sua ragazza. In pratica: sarò in modalità mamma super felice ed orgogliosa dei suoi tesori.
Il 24 tornerò in Italia e sarò a Bologna per un week end di confronto e formazione (del quale spero gioverai anche tu).
Infine, rientrerò a Spotorno solo qualche ora, il tempo di una lavatrice, e, per la fine del mese, abbraccerò la mia nipotina (e il mio terzo figlio, Francesco).
Un giugno intenso, come puoi vedere, che spero mi prepari alla grande avventura che mi aspetta a luglio!!!
Te ne parlerò con calma: come, quando, dove, ancora non so!

Metamorfosi, must go on!

Torniamo con i piedi per terra.

A maggio ho reso un post fruibile a tutti il percorsoIntento. Lo trovi qui.
Sentiti libera di condividerlo con chi coltiva, nel proprio cuore, il sogno di aprire una struttura ricettiva, di lavorare in questo nostro mondo, di fare dell’accoglienza un lavoro.
In realtà i primi due moduli, motivazione e target, fatti i dovuti aggiustamenti, potrebbero aiutare chiunque sia nella fase di business plan. Gli altri due, territorio e casa, son più specifici, chiaramente, ma comunque adattabili.

Se dovesse servire aiuto, Raccontami, ti ascolto è sempre disponibile.

Il tuo ascolto, la prima forma di accoglienza è l’ultimo post pubblicato.
Come puoi facilmente dedurre dal titolo, parlo dell’importanza dell’ascolto: l’accoglienza è tante cose ma, a mio modo di vedere, un suo aspetto fondamentale è l’ascolto.

Parte tutto da lì, scrivo, e lo ribadisco oggi, con forza.

Mi permetto però, con te che mi leggi con affetto, di buttare uno sguardo oltre i primi tre gradini che ti descrivo nel post, di contemplare la meta, se così possiamo chiamarla, del nostro cammino.

Quando accogli tutto ciò che ti accade come una benedizione,
quella è accoglienza.

Meta ambiziosa, lo so.
Ma è importante sapere verso cosa stiamo andando, ci permette di capire il senso del nostro lavoro, di affrontarne le difficoltà con gioia ed entusiasmo.
Avere una direzione ci permette di fare ogni giorno un passo, concreto, verso la meta e, cosa ancora più importante, ci evita di cadere preda dello sconforto, della confusione, della frustrazione dilagante.

Che tu sia interessata ad approfondire il talento dell’accoglienza per migliorare la tua ospitalità, il tuo business, o “solo” per te stessa, per la tua vita poco importa: nel momento in cui scegli di coltivare un tuo talento, il mondo intorno a te diventa più bello.
E non è una frase fatta o un modo di dire, no, no, è logica!

Aumentare i nostri talenti, farli lavorare, manifestarli, non solo rende noi persone migliori, in grado di manifestare nella nostra vita più Bellezza, ma anche persone in grado di cogliere, ogni giorno, nel mondo intorno a noi, una maggiore quantità di Bellezza.
E non è forse questo il senso della nostra esistenza?

Ti auguro un mese di giugno luminoso,
fatto di ascolto profondo,
di accoglienza autentica.
Ti auguro un cuore colmo di Bellezza.


Cinzia

(Quarta Newsletter di questa mia fase di transizione, newsletter n.94 della serie Vita da Host:

  • ho pensato potesse tornarti utile una rilettura della pagina A proposito di Vita Off Line. Alcuni consigli possono fare la differenza!
  • nella pagina dedicata ai regali che riservo per te che mi segui con affetto ho inserito, spero in maniera chiara e facilmente fruibile, gli archivi alle tante newsletter spedite in questi anni. nei prossimi giorni cercherò di creare un elenco in ciascuna, promesso!
  • Raccontami, ti ascolto probabilmente si fermerà nei mesi di luglio e agosto. Ti consiglio quindi di approfittarne subito o … ci sentiamo poi a settembre!

5. Storia di un innamoramento, saluti e baci da Phuket

Buongiorno a te!
Ti scrivo questa da un accogliente locale dal look molto occidentale a 10.000 Km di distanza da “casa”.
Come forse sai, se mi segui su Instagram, da qualche giorno sono in Thailandia. Sull’isola di Phuket, per la precisione a Rawai.

Nella scorsa e-mail ti avevo accennato al fatto che avrei avuto un luglio avventuroso (dopo due settimane movimentate e piene di emozioni):
non sono in vacanza, non nel senso classico del termine.

Sono qui perché qui vive una persona speciale, per me, che ho incontrato casualmente due anni fa e che mi sta aiutando tantissimo nel mio percorso di crescita personale.

Ho pensato di raccontarti tutto in un video: sai che non è il mio forte, fare video per questo ti chiedo di essere clemente con me.
Alcune info pratiche.

  • Ho una buona connessione wi-fi quindi, se dovessi aver bisogno di aiuto, consiglio o semplicemente fare due chiacchiere magari davanti ad una tazza di tea, scrivimi, anche rispondendo a questa e-mail e fisseremo una call.
  • Il mio fuso orario è +5 (quando da te son le 17 da me son le 22, per capirci, quindi tienine conto.
  • Non sono raggiungibile telefonicamente, ahimè, ma mi puoi contattare su Telegram o Instagram o Fb.

Ecco il video!
Buona visione.



Ti mando un grande abbraccio e ti auguro un mese di luglio avventuroso,
che tu stia lavorando o facendo altro poco importa.

Noi ci rivediamo nella tua casella di posta a settembre e,
spero, prestissimo sul blog.

Cinzia

6. Imparare ad accogliere è il destino che ci chiama. lo senti anche tu?

Sono rientrata a Spotorno e, nelle quiete, nel silenzio, nella solitudine di questo mia tana, ho ritrovato il tempo ed il desiderio di scrivere e di scriverti.

Agosto è stato per me molto impegnativo.
L’ho trascorso quasi interamente con mio figlio, la sua compagna e Matilda, la mia amata nipotina.

Pensavo di fermarmi solo qualche giorno dopo il mese in Thailandia, ma gli accadimenti della vita han voluto diversamente.
È stata una convivenza a tratti molto difficile. I nostri ritmi di vita, le nostre abitudini, i nostri orari son molto diversi, come è giusto che sia, chiaramente, inoltre ci siamo ammalati tutti, fortunatamente in momenti e in modalità differenti.
Anche il clima, esageratamente caldo, non ha aiutato. Uscire, anche solo per passeggiare in giardino, era impossibile per buona parte della giornata.
Insomma, un mese intenso!

Cosa mi ha aiutato?

Il desiderio di andare incontro all’altro, di accoglierlo, sempre. Scegliere di farlo, di provarci nonostante le difficoltà.


Il viaggio in Thailandia mi ha aiutata molto, lo confesso.
Nel mio scorrazzare sue e giù per l’isola di Phuket in motorino mi son resa conto di quanto il loro essere naturalmente accoglienti, il loro andare verso l’altro in maniera istintiva, naturale, rendesse la mia vita non solo più facile ma più lieve, piacevole, gaia.
Gioiosa.

Andare incontro all’altro, accoglierlo, che sia tuo figlio o un estraneo, un ospite, un amico, un parente. Un amante. Poco cambia.

Per noi occidentali non è così semplice, così naturale, come per il popolo thailandese.

Per noi deve essere una scelta, consapevole che richiede uno sforzo: scegliere di andare, con le nostre parole, con le nostre azioni, con i nostri pensieri, verso ciò che unisce, verso la comunione con l’altro.

Una scelta che, una volta fatta, non è fatta per sempre ma va rinnovata, rilanciata, ogni giorno, più volte al giorno proprio perché ad ogni crocevia è così facile prendere la via della separazione, delle pretese, della lamentela e così tornare ad essere un IO separato, conflittuale, sofferente, solo.

Parafrasando un pensiero di Grun* potrei dire:

“Un agosto ventoso, ma l’albero affonda più profondamente le sue radici soltanto quando è scosso dal vento. Le difficoltà di questo mio mese sono il vento che mi ha costretto ad affondare più profondamente le mie radici nell’amore, in ciò che unisce. Nell’accoglienza incondizionata”.

Ieri ho pubblicato, in sordina, un nuovo post sul Blog.
Imparare ad accogliere.
Scorrazzando su e giù per Phuket in sella ad un motorino.

Tra le altre cose scrivo:

“Possiamo e dobbiamo imparare ad accogliere.
Imparare ad accogliere è, in un certo senso, un atto rivoluzionario, un impegno a rovesciare tutte le modalità automatiche che orientano la nostra vita verso la separazione, la guerra, la difesa, la diffidenza, la chiusura, l’isolamento.
Imparare ad accogliere è il destino che ci chiama, che mi chiama”.

Il senso di tutto questo mio scrivere, dopo un lungo nascondimento, è che imparare ad accogliere è possibile ma dobbiamo essere responsabili della nostra accoglienza scegliendo ogni giorno di nuovo, in ogni momento, il mondo in cui vogliamo vivere e muoverci di conseguenza.

Se ti va di raccontarmi il tuo agosto o le riflessioni che questo mio scritto ti hanno suscitato o quello che hai nel cuore in questo momento sarò ben felice di leggerti.
Puoi farlo rispondendo direttamente a questa email.

Ti auguro un settembre rivoluzionario.

Un abbraccio,
Cinzia


7. Crisi, svolte, cambiamenti e tempi lunghi.

Continua, non senza , questo mio tempo di metamorfosi: avrei voluto fosse più facile, avrei voluto fosse più veloce. Ma così non è.


Continuo, tenace, a riflettere sul tema dell’accoglienza e mi osservo farlo in un senso sempre più ampio, più lato, più nuovo.
Son profondamente convinta che di questo abbiamo oggi, più che mai, bisogno, se vogliamo lasciare quello che, in maniera sempre più evidente, si rivela essere un mondo non solo vecchio ma morto, defunto.
 
Ne sono certa: se vogliamo dare davvero una svolta alla nostra vita e alla vita del mondo intero dobbiamo praticare accoglienza, autentica, con noi stessi, con gli altri, con la vita, sempre e comunque.

Se ripenso alla mia storia vedo che negli anni ci sono state delle tappe ricorrenti. Momenti di crisi, più o meno profonda, momenti di svolta, anche in questo caso più o meno radicali, e quindi cambiamenti, naturale conseguenza dei due precedenti.
Quello che oggi mi sembra diverso (forse son io a percepirlo così?) è la motivazione alla base di questa crisi e la conseguente durata del percorso.

  • La motivazione mi sembra molto più seria, più radicale. Al di là di quella che è la mia vita personale, sono, siamo, inseriti in un contesto sociale che è in crisi, un contesto politico, religioso, scolastico, sanitario … una crisi radicale che ha i colori della catastrofe: la mia crisi di “identità” è parte di una crisi davvero globale e questo mi sembra un dato rilevante e nuovo. Ma ti dirò di più. Questa crisi globale è una crisi necessaria se vogliamo che questo nostro mondo non imploda sotto il peso di un’umanità sempre più disumanizzata.
  • La durata, naturale conseguenza della profondità della crisi, è … impegnativa. Almeno lo è per me, donna razionale e concreta, abituata a trovare soluzioni rapide ai problemi ed alle difficoltà della vita, abituata a muovermi avendo in testa un obiettivo, un traguardo da raggiungere. Sento che anche questo modus operandi è parte di un mondo che sta finendo ma faccio fatica a “varcare” la soglia che la vita sembra chiedermi.

Il rischio che vedo io, per me stessa in primis, è la disperazione: sarebbe così facile lasciarsi andare, farsi travolgere dagli eventi, lasciarci rimbambire dalla comunicazione dilagante. Facilissimo!
Non è mia intenzione appesantirti, anzi, vorrei con queste mie parole poterti contagiare con la gioia che, nonostante tutto, sottende le mie giornate. Si, la gioia è contagiosa ma anche la tristezza, anche la disperazione lo sono, non dimenticarlo.

L’accoglienza è la mia risposta personale.
Accolgo la lunghezza di questo mio viaggio, l’accetto. Questa mia/nostra svolta richiede tempo e credo che la cosa più interessante che possiamo fare è accettare che sia così, accettare di viverlo, meglio se insieme, magari divertendoci.

La vita è un processo, procede anche se a noi non sembra, ed è divertente.
Non lasciamoci portar via dalla smania di un risultato, di una risposta, adesso, subito.
La cosa importante è quello che facciamo oggi e come lo facciamo.


Lavorare sull’accoglienza è la mia proposta per te.
In questo mondo sempre più tele (distante) comunicativo quello che cerco di offrire io con le mie consulenze, con il mio blog e anche con questa newsletter è una comunicazione più personale, affettuosa, cordiale. Accogliente.
Anche se telematica!
La tecnologia non è brutta e cattiva di per sé, dipende dall’uso che ne facciamo, dipende da noi. Come sempre.

Una comunicazione più accogliente, dicevo, e cerco di farlo partendo da un ascolto non consueto, un ascolto che non sia frutto del mio normale funzionamento automatico, quasi sempre separativo, ma piuttosto di una consapevolezza inconsueta, appunto.

La svolta che ci aspetta è proprio questa: passare da una vita, un lavoro, una società separativa ad una accogliente iniziando ora, adesso, accogliendo noi stessi.
Che tu sia Host, che tu abbia l’intento di diventarlo o che tu faccia o desideri fare tutt’altro poco cambia: l’accoglienza è un talento, il più importante dei talenti.

Lo possediamo tutti, dobbiamo solo praticarlo così da potenziarlo e farlo diventare la nota di colore specifica con la quale coloriamo le nostre giornate, la nostra vita, il mondo intero.

Se l’argomento ti interessa, se vuoi approfondire, confrontarti o anche solo fare due chiacchiere per capire meglio scrivimi, ne sarò felice.

Ti lascio con un pensiero di J. Krishnamurti che ho incontrato casualmente proprio oggi e che mi sembra attinente a questa mia riflessione sullo scegliere di accogliere situazioni, persone, tempi della nostra vita poco in linea con le nostre aspettative.

Ti auguro un mese di ottobre inconsueto.
Ti auguro di accogliere ed essere accolta,
ascoltata, ogni giorno,
con sempre maggiore consapevolezza,
gioia e pace.

Cinzia


La vita deve essere scoperta di momento in momento, di giorno in giorno;
bisogna scoprirla, non la si può dare per scontata.

Se date per scontato di conoscere la vita non state vivendo.
J.K


8. A.A.A. Nonna affettuosa cercasi

Ottava ed ultima newsletter di questa mia fase di

Quella di oggi è sicuramente l’ultima newsletter dell’anno e anche l’ultima della serie Metamorfosi (notizia spoiler).
Da novembre sono rientrata in Lombardia richiamata ai miei doveri di nonna e … è stata ed è ancora durissima.
Non ti sto adesso a raccontare i dettagli sul come mai ho ricevuto l’affettuosa chiamata: son felice di essere d’aiuto a questa nuova e giovane famiglia e volentieri ho detto sì alla loro richiesta ma questo evento inaspettato ha scombussolato completamente i miei programmi ed il mio lavoro.
E non solo.
Le tante difficoltà quotidiane, unite alle gioie che non sono certo mancate, mi hanno “ispirato” due riflessioni che voglio condividere con te oggi perché penso ti possano essere d’aiuto nel tuo accogliere la vita giorno per giorno.

Prenditi tempo.

È un qualche cosa che ho sempre saputo, istintivamente, ma che non ho sempre avuto la forza di applicare.


Prendermi il tempo, ogni giorno, qualunque cosa accada, per “nutrirmi”, per occuparmi della mia anima, del mio Spirito, di ciò che mi permette poi di “dare” a chi mi chiede.


Anni di meditazione formale quotidiana mi hanno sicuramente aiutata, le settimane di solitudine, di silenzio e di ascolto anche. Me ne rendo conto.
Ma ti assicuro che non sarei riuscita ad affrontare questi mesi di “servizio” senza un tempo quotidiano per me.
Non devi necessariamente sederti a gambe incrociate: puoi scegliere di fare una passeggiata solitaria nel verde, stare seduta in silenzio davanti al mare o a un tramonto, puoi non fare nulla e restare in ascolto del tuo mondo interiore ma, questa è la mia esperienza, deve esserci, ogni giorno, possibilmente sempre a quell’ora un tempo per te, per nutrirti.


Prenditi il tuo tempo, non farti travolgere dalle cose da fare (che fatica dire no ad una nipotina!!!) o ben presto non avrai nulla di nuovo, di interessante, dentro di te da offrire a chi ti cerca, ben presto il tuo fare sarà faticoso e magari anche inutile.

Passa dal dovere al volere.

In queste settimane frenetiche mi son spesso sentita come una coperta strattonata di qua e di là perché troppo, davvero troppo, piccola per scaldare a sufficienza tutti quanti.
Non so se rendo l’idea.
Cedere allo sconforto sarebbe stata la risposta più facile, lamentarmene poi facilissimo (confesso che un paio di volte l’ho anche fatto!).
Cosa mi ha aiutata?
Sicuramente quello che ti ho descritto nel punto 1, la ferma decisione di prendermi il tempo ogni mattina, e poi la sera, per stare sola, in silenzio, in ascolto, meditando, riflettendo e pregando, e poi lo scegliere di trasformare ciò che poteva essere vissuto come un dovere (scaldare tutti quelli che mi tiravano qua e là) in una mia scelta, un mio volere.

Iniziare la giornata con il sorriso di chi vuole occuparsi degli altri, vuole fare il possibile, vuole accogliere le richieste della vita con uno cuore aperto e colmo di meraviglia.


O almeno provarci!
Che poi, a voler guardare, è un po’ il senso del Natale: accogliere il nascente, il nuovo, ciò che è ogni giorno nuovo in noi e fuori di noi.

Due semplici (ma non facili, lo so) spunti di riflessione che mi hanno molto aiutata e che, forse, possono aiutare anche te nell’affrontare gli accadimenti della tua vita.

Ti saluto lasciandoti una poesia di Quasimodo che pare perfettamente in sintonia con queste mie poche righe e che mi sembrano il miglior augurio che possiamo farci per questo nuovo anno!
Tempo.

Grazie di cuore per avermi seguita, supportata e letta in questo anno difficile e potenzialmente molto evolutivo.

Un abbraccio,

Cinzia

Prenditi tempo per pensare,
perché questa è la vera forza dell’uomo.
Prenditi tempo per leggere,
perché questa è la base della saggezza.
Prenditi tempo per pregare,
per questo è il maggior potere sulla terra.
Prenditi tempo per ridere,
perché il riso è la musica dell’anima.
Prenditi tempo per donare,
perché il giorno è troppo breve per essere egoisti.
Prenditi tempo per amare ed essere amato,
perché’ questo è il privilegio dato da Dio.
E prenditi tempo per essere amabile con gli altri,
perché questo è il cammino della felicità.


Ciao!

Sono Cinzia.

Sono in un momento della mia vita sicuramente di grande cambiamento ma, fortunatamente, una certezza mi accompagna: sapere che occuparmi di accoglienza è un privilegio.

Cinzia, la logica dell'accoglienza

Talento è ogni volta che noi mettiamo in luce la bellezza della nostra anima.

L’accoglienza è un talento, il più grande talento.

Una persona che sa accogliere cambia il mondo.

M. B.


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