Essere Accoglienza, un post sul blog di Cinzia Pedrani

Essere Accoglienza

Tre spunti per una riflessione profonda e leggera, tra me e te, sul talento dell’accoglienza.

Esattamente un anno fa, il 10 marzo, dopo un lungo silenzio, sono tornata sul blog con un post, Metamorfosi.

Prima di scrivere questo post e la newsletter di marzo sono andata a rileggerlo, curiosa di scoprire cosa scrivessi all’inizio di un anno, il 2022, sicuramente impegnativo e trasformativo per me.

Con stupore mi son resa conto che, in realtà, in quel post c’era già tutto.

Tutto quello che, in me, oggi, dopo un anno di cura, di ascolto, di attenzione, sembra aver acquistato più forza, più chiarezza e nuove parole per esprimersi.

Essere accoglienza, frase del post, Cinzia Pedrani

Nulla può più confondere il viaggiatore che abbia visto di lontano la propria casa.

Mondo del Fuoco – 523

Essere Accoglienza.

Scrivevo:

Ci credo fermamente: una persona che sa accogliere cambia il mondo.

L’ho visto accadere tante volte, nel piccolo della mia accoglienza e nella quotidianità di tanti colleghi Host. Per questo vorrei provare a parlare di accoglienza proprio in termini di stile di vita, di approccio alla vita, astrarre per così dire questo talento e declinarlo non solo legato al mondo del turismo ma, più in generale, nella nostra vita.

Metamorfosi, Cinzia Pedrani

Oggi lo riscriverei così:

Una persona che sa accogliere cambia il mondo perché l’accoglienza non è solo un saper fare una serie di cose, ma è un principio spirituale e, come tale, ha a che fare con l’essere, con quello noi che siamo.

Una persona che sa accogliere è impregnata di questo principio e … lo porta sempre con sé, lo diffonde intorno a sé, lo emana. Proprio come un profumo.

Essere Accoglienza è sapere di non vedere.

Questo è quello che mi sento chiamata a fare oggi, nel mio piccolo.

Passare dal parlarti di un’accoglienza orizzontale (un’accoglienza che si manifesta con il nostro fare) aiutandoti, con i miei prodotti e servizi, molto concretamente, nella tua vita da Host, al contagiarti con l’idea di un’accoglienza verticale, per così dire, che si manifesta con il nostro essere.

Verticale perché ha che fare con lo Spirito, con l’oltre, con l’invisibile e parlare di cose “invisibili” non è semplice!

Devo confessarti che la cosa mi spaventa un po’.

La nostra abituale condizione mentale è spesso inadeguata ad occuparsi seriamente delle cose invisibili, perché siamo sempre molto distratti, sempre altrove. La nostra mente vaga, si identifica con desideri ed avversioni che compaiono e si fa portare via.

Le cose invisibili richiedono grande concentrazione! È una cosa molto strana.

Lo spirito è profondo e leggero, pesante è la distrazione umana.

Dobbiamo concentrarci per fare questo lavoro, per questo serve una pratica ma di questo parleremo un’altra volta.

Dicevamo invisibile. Ma invisibile non vuol dire che non esista, vuol solo dire che non lo vediamo, non ancora.

È un po’ come il sale nella minestra: non lo vedi ma, quando c’è, la sua presenza da gusto alla pietanza e te ne accorgi quando la assaggi. Solo lì vedi se c’è.

Analogamente noi, nel nostro accogliere ogni giorno, non solo ospiti paganti ma anche amici, colleghi, situazioni, portiamo il nostro “sale”, portiamo quegli aspetti di noi che ci caratterizzano e che danno un sapore, un gusto unici al nostro fare.

Se ci educhiamo a vedere queste cose invisibili, ti assicuro che, prima o poi, appaiono.

  • Quando sei davanti ad una persona, ad una situazione, nelle quali non vedi alcuna bellezza, fermati, prenditi un momento e ricorda a te stessa che forse non hai occhi per vedere, forse quella bruttezza dipende dal tuo sguardo e lascia che sia questa consapevolezza a guidare le tue azioni, le tue parole, i tuoi pensieri.

Essere Accoglienza è sapere di non sapere.

La bellezza salverà il mondo, si legge e si dice.

In realtà è la consapevolezza della bellezza che ci salva, cioè il nostro riuscire a “vederla”, è il saperla riconoscere, in noi e in tutto quello che ci circonda.

Il mondo intorno a noi è impregnato di bellezza, sempre e comunque, lo siamo noi, lo è la nostra vita, ma in gran parte questa bellezza è per i nostri occhi invisibile.

Non avete occhi per vedere, ci dice Gesù.

Serve un lavoro, quotidiano, costante, per metterci nello stato d’animo adatto a poterla cogliere, la bellezza, dobbiamo andarle incontro. E’ un lavoro importante.

Il mondo intorno a noi, noi stessi, le persone che incontriamo, che condividono con noi la vita, sono colmi di “cose” per noi ancora invisibili ma pian piano, sentendone parlare, iniziamo a sapere che queste cose esistono e a prepararci per poterle vedere.

Se una cosa non la dice mai nessuno non possiamo nemmeno sapere che esiste, non credi?

  • Trova il tempo, nelle tue giornate, di leggere o ascoltare parole che ti parlino della bellezza che ancora non sei in grado di vedere, lasciati raggiungere, da loro credito, lascia che ti aiutino a “sapere” ciò che ancora non sai, ad immaginare verso dove puoi arrivare accogliendo.

Essere Accoglienza è scegliere di fare.

Personalmente sto vivendo un momento di grande conflitto interiore, una specie di dissidio potente tra l’urgenza di cambiare aria nella mia professione e l’istinto di tracciare nuove rotte restando all’interno del lavoro di sempre.

Dove mi porterà tutto questo non lo so.

Vedere, l’invisibile, parlare, dell’invisibile, fare qualcosa di concreto affinché l’invisibile che per noi è diventato visibile possa manifestarsi nel mondo, ecco il senso della nostra esistenza.

Son complicata? Provo a dirtelo diversamente.

Vedere sempre maggior bellezza nel mondo che ci circonda è il primo passaggio, per farlo e nel farlo ci è utile leggere e ascoltare parole che ci facciano almeno sapere che questa bellezza esiste, ci mostrino la strada (2). Infine c’è il terzo passaggio, diffondere questa “nuova” bellezza che abbiamo assaggiato incarnandola nella nostra vita e così facendo rendere accessibile sempre maggiore bellezza agli altri.

Una volta cucinata la mia minestra, saporita dal mio sale (unico e irripetibile) arriva il momento di offrirla, di condividerla. O no?

Ecco quindi la mia scelta, oggi.

Continuare a parlare di accoglienza parlando di ciò che è invisibile ma presente, già adesso, in ciascuno di noi, Host e non Host, di quello che colora e da forma e gusto al nostro talento dell’accoglienza, rendendolo unico, e aiutarti a manifestarlo, a diffonderlo, a incarnarlo nella tua vita. A farlo crescere.

  • E tutto questo vale anche per te. Ogni nuova consapevolezza, ogni nuovo sapere, ogni briciola di bellezza che, accogliendo, diventa parte di te, ti chiede di essere trasformata in un fare, di essere donata. Non siamo fatti per trattenere ma per condividere. Ciascuno a suo modo.

Se vorrai rileggere i post scritti nel corso del 2022 scoprirai che stavo già facendo questo, che l’ho sempre fatto, fin dal primo post del blog, seppur con meno forza, con meno vigore.

Meno bellezza!

Essere Accoglienza, frase del post sul blog. Non dimenticare

Non dimenticare l’ospitalità; alcuni, praticandola, hanno accolto degli angeli senza saperlo.

Libro di Vita

Tornando alla nostra minestra: il sale da sapore ma … prima ci servono gli attrezzi per poterla cucinare, gli ingredienti, la ricetta , serve la cottura. Giusto?

Allo stesso modo se tu che mi leggi ti occupi di ospitalità turistica hai sicuramente bisogno anche di formarti e informarti su argomenti più pratici.

Per questo tutto il mio lavoro “quantitativo” rimane a tua disposizione, gratuitamente, e sono sempre disponibile ad aiutarti, per quanto mi è possibile, nell’affrontare problemi, dubbi, sconforti della tua vita, che tu sia Host, aspirante tale o in tutt’altre faccende affaccendata.

Spero anche che tu voglia seguirmi anche in questo mio viaggio nell’invisibile e aiutarmi, di giorno in giorno, a renderlo visibile, accogliendo.

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