Il tuo ascolto, la prima forma di accoglienza, Cinzia Pedrani

Il tuo ascolto, la prima forma di accoglienza.

Come sai lo scopo di questo mio Blog è parlare di accoglienza cercando di portarne avanti, in parallelo, due suoi aspetti, a mio avviso complementari.

Accoglienza nel suo aspetto talento, come qualità dell’anima.

Accoglienza nel suo aspetto legato all’ospitalità turistica, una delle possibili manifestazioni, concrete, tangibili, di questo talento.

È un progetto ambizioso, forse, ma questa sembra essere, oggi, la cosa giusta per me.

Dicevo: il tuo ascolto, la prima forma di accoglienza.

Lo stato di accoglienza è tante cose, ma, a mio modo di vedere, il suo primo aspetto è l’ascolto.

Non so se ci hai mai pensato ma il tuo ascolto, la qualità del tuo ascolto quando accogli qualcuno o qualcosa nella tua vita, caratterizzerà, o, se preferisci, colorerà la tua accoglienza. Le darà un sapore piuttosto che un altro.

Parte tutto da lì.

Quando sei davanti a un ospite, a un amico, a un estraneo: se sei una persona accogliente, se stai lavorando su questo tuo talento, sicuramente la prima cosa che fai, magari inconsciamente, è metterti in uno stato di ascolto.

Te ne sei accorta? Ti sei mai chiesta perché?

Perché ascoltare l’altro riduce lo spazio tra di voi, vi avvicina. E questo è il senso dell’accoglienza.

IG, le tue mani, il tuo ascolto

Sembra sia facile ascoltare, persino banale, perché si pensa che equivalga a sentire, ma non è per nulla così.

V. Mancuso

Ma … che tipo di ascolto usi di solito?

In quanti modi possiamo ascoltare una persona?

Per approfondire l’argomento oggi ho pensato di proporti una riflessione su tre possibili tipologie di ascolto, tre livelli crescenti di profondità. Una specie di mini-scala dell’ascolto*, diciamo così, che spero ti possa essere di aiuto, o forse ispirazione, per far crescere questo tuo talento così importante, l’accoglienza.

Usala come fosse la mappa di un cammino: una volta letta ed assimilata, potrai facilmente osservarti quando ascolti, valutare su che gradino ti posizioni e, quali aspetti incrementare per passare al gradino successivo.

L’affermazione di partenza è: accogliere è una questione di attenzione, non di tecniche. Una accoglienza “5 stelle” presuppone un’attenzione totale, un ascolto totale, autentico, della persona e dell’ambiente che ho intorno.

Vediamo brevemente questi tre gradi di ascolto.

Attenzione.

Inizia così l’ascolto: posizioni la tua attenzione su un qualche cosa, su qualcuno, direzioni una parte di tè verso un certo obiettivo.

In pratica dici all’altro che sei attento a lui, a lei. Sei in ascolto.

È già potresti notare che ci sono delle difficoltà.

Perché ascoltare qualcuno con attenzione vuol dire, per esempio:

  • Lasciarlo terminare. Quante volte ti capita di parlare prima che l’altro abbia terminato quello che voleva dire? Quante volte ti infili in un suo momento di silenzio, impedendo a lui di dire quella parola che stava cercando, di esprimere fino in fondo il suo pensiero. Evitare di interromperlo rimanendo in silenzio, in ascolto: non so come sei messa tu ma ti assicuro che per molti è una chimera.
  • Ascoltarlo in uno stato di silenzio mentale.  Dopo pochi istanti di ascolto, se ci fai caso, la tua mente non resiste e inizia a commentare e giudicare mentalmente quello che l’altro sta dicendo. Così facendo, di fatto, tu hai smesso di ascoltare e sei uscito da quello stato di silenzio interiore così importante
  • Avere una risposta già pronta prima che l’altro termini. E questa è forse la difficoltà maggiore. La tua mente ha troppa paura di fare brutta figura. Che l’altro ti stia facendo una domanda o ti stia raccontando le sue pene d’amore poco importa. La tua mente vuole essere certa che avrà qualcosa di super interessante ed efficace da dire all’altro e tu smetti di ascoltare davvero, esci dallo stato di silenzio e, una volta trovata la risposta “cool” ti fermi lì, perdendoti quello che, in realtà, l’altro voleva davvero dirti.

Interesse.

L’interesse si contrappone al disinteresse. Puoi ascoltare qualcuno non provando interesse per quello che ti sta dicendo? Sicuramente sì. Chissà quante volte ti sarà capitato.

Ogni volta che ascoltando esci dallo stato di attenzione di fatto ti sei precluso la possibilità di arricchire il tuo ascolto di questa preziosa qualità.

L’interesse è come un laser puntato sull’altro, è quel qualche cosa grazie al quale non cado più nei tranelli della mia mente ma resto in uno stato di ascolto, interiore ed esteriore, accogliente.

Osservandoti ti potrai accorgere che l’interesse può apparire e facilmente scomparire durante una conversazione, ahimè. Richiede molta attenzione.

Concentrazione.

Una attenzione consolidata unita ad un interesse sincero porta la tua capacità di ascoltare un gradino più su. Sei nell’ascolto concentrato.

Le caratteristiche dei due gradini precedenti si consolidano. Riesci a restare più a lungo focalizzato esclusivamente sulla persona o sulla situazione che stai vivendo, silente, accogliente.

Ma ti può capitare ancora di rimuginare su qualche cosa: la tua mente ci proverà più e più volte, te lo assicuro.

Rimanere concentrati richiede uno sforzo: non avviene così, in automatico.

Serve volontà, esercizio, impegno: come per tutte le cose importanti della vita! Serve tempo.

Attenzione, interesse, concentrazione.

Ecco i primi tre gradini della tua mini-scala dell’ascolto.

  • Come vedi ascoltare la persona che abbiamo di fronte non ha nulla a che fare con l’udire con le orecchie fisiche, con il far partire la tua mente su pensieri soliti, triti e ritriti, o con il parlare per luoghi comuni.
  • Saper ascoltare è un talento, uno dei tanti talenti che creano, se così si può dire, come dei fili colorati, un talento più complesso, un arazzo: l’accoglienza.
  • Mettersi davvero in ascolto è possibile solo se entri in uno stato di consapevolezza nel quale ti accorgi di qualcosa: le parole, i gesti, le espressioni della persona che hai di fronte, il silenzio tra le sue parole, ti raccontano qualcosa di vero, di autentico su di lui.

In pratica: essere accoglienti, davvero, presuppone essere in uno stato di ascolto totale della persona e dell’ambiente che ho intorno.

Quando arriva qualcuno o qualcosa nella tua vita, se vuoi accoglierlo nel migliore dei modi, adesso sai quali sono i primi passi da compiere.

Attenzione, totale

Interesse, focalizzato

Concentrazione, assoluta

Cinzia Pedrani, frase, il vero ascolto

In quel momento per te esiste solo lui, solo lei: non ti disturba niente, nessun pensiero ti distrae. Nessun giudizio ti porta via. Lo so, probabilmente stai pensando che esagero, ed in un certo senso hai ragione. La mini-scala dell’ascolto* che ti ho proposto oggi è una piccola rivoluzione ma ti assicuro che, se sceglierai di portare aventi questo tipo di lavoro, la tua accoglienza si colorerà di colori nuovi, di un nuovo sapore.

E la cosa non passerà inosservata.

Il vero ascolto è cosa rara, Cinzia Pedrani su Pinterest

Per ascoltare veramente l’altro non basta sentirlo, come per forza di cose si sentono i rumori molesti, né basta ascoltarne solo qualche parola e poi subito dire la nostra interrompendo il discorso (con la conseguenza che l’altro, a sua volta, inizia a fare così con noi e la conversazione si trasforma in una partita di tennis o in un match di pugilato).

L’ascolto richiede silenzio interiore.

V. Mancuso

*Ho parlato di mini-scala dell’ascolto perché, in realtà, i gradini, proprio come il tuo ascolto, sono potenzialmente infiniti! Nell’insegnamento che seguo ne vengono indicati sette: attenzione, interesse, concentrazione, riflessione, meditazione, contemplazione, estasi.

Inizi ad intuire che la profondità del tuo ascolto può crescere e crescere, proprio come la tua capacità di manifestare accoglienza?

Sono stata molto dibattuta sul da farsi ma alla fine ho scelto di proporti inizialmente un primo lavoro su questi tre aspetti, semplici ma non facili, in modo da darti il tempo di prendere confidenza con questa logica dell’accoglienza. Se vorrai approfondire l’argomento segui le indicazioni che trovi alla pagina Raccontami, ti ascolto : sarò felice di ascoltarti.

[Se l’argomento ti interessa, ho provato a descrivere i gradini mancanti in una pagina. Proseguiamo nella scala dell’ascolto.]

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