My Hospitality Challenge 2024

Una sfida, un’occasione, un appuntamento annuale tutto nostro per prenderci cura, per ri-raccontare con un’attenzione nuova il nostro fare, essere e dare (darci) accoglienza.

Anche quest’anno, come da tradizione, nel mese di febbraio si è svolta My Hospitality Challenge. Ho pensato di accorpare, in questa pagina, tutti i contenuti da me creati appositamente per l’evento: due riflessioni, alcuni consigli pratici pre-partenza e le tracce che, giorno per giorno, hanno ispirato i partecipanti.

Sono suggerimenti che possono essere utilizzati in ogni momento, per una riflessione che ti aiuti a fare il punto nave del tuo fare ed essere accoglienza, per ispirarti nella tua comunicazione on line, per una sfida, tra te e te. Se vorrai.

Due riflessioni prima di iniziare, my hospitality challenge, cinzia pedrani

Inizio a lasciarti due riflessioni che credo possano tornarti utili prima di iniziare.

Intento

Di intento ti ho parlato spesso. Come scrivo qui dall’intento che ci guida, dall’intento reale, profondo che guida il nostro fare, dipende il risultato che otterremo, l’effetto che il nostro fare avrà su di noi, sugli altri, sulla vita. Quindi, prima di iniziare, prima di scrivere il tuo primo post, ti consiglio di riflettere su qual è il reale intento che ti porta oggi a scegliere di partecipare a My Hospitality Challenge. Non avere timore, non esiste un intento giusto e uno sbagliato ma avere chiaro l’intento che ci muove ci aiuterà nel mantenere la rotta e nell’arrivare al termine del percorso.

Ripetizione e Scontatezza

Alcune tracce saranno le stesse degli scorsi anni, altre saranno simili. Ma non cadere nel tranello che, forse, la mente ti tenderà inducendoti a pensare che lo hai già fatto una volta (o due, o tre) non serve ripetere. Non è così. Ri-Petere, quando non è un copia incolla, è un modo di procedere fantastico: richiamare alla mente quanto fatto e … fare un passo avanti. Mi viene in mente lo yoga. Per anni ho praticato Ashtanga yoga, una serie (in realtà son di più ma io non son mai andata oltre la prima), sempre gli stessi movimenti, sempre le stesse asana. Ma in quel ri-petere c’è un mondo che aspetta di essere svelato. Nel praticare, giorno dopo giorno, ti rendi conto che le sensazioni che provi son diverse, il tuo corpo è diverso, che nel tempo c’è un procedere verso una sempre maggiore profondità e consapevolezze. Così è anche My Hospitality Challenge, o può esserlo se lo vorrai: stesse tracce, indicazioni simili, ma tu oggi sei diversa: in questo anno hai fatto tante esperienze, sei cresciuta come persona e come Host, con te è cresciuta anche la tua accoglienza. Se ti concederai di vivere questa avventura stando lontana dalla scontatezza, vedrai che diverso sarà l’atteggiamento con il quale leggerai la traccia del giorno, le sensazioni, i pensieri che ti susciterà avranno una nuova profondità.

Ecco alcuni dei consigli pratici che accompagnavano My Hospitality Challenge.

Son solo alcuni perché ho tralasciato quelli specifici legati alla temporalità della Challenge e ho lasciato quelli che, sempre, possono esserti d’aiuto.

Cosa ti serve sapere prima di iniziare, my hospitality challenge, cinzia pedrani
  • Segui le tracce che giorno per giorno ti vengono proposte, leggi con attenzione, riflettici su con calma.
  • Sono pensate per un lavoro su più livelli: potrai utilizzarle come spunti per un post “diverso” sui tuoi canali social, come idee per un vero e proprio calendario editoriale che potrai poi ripetere, in maniera creativa o puoi scegliere anche di usare questo materiale per una riflessione più intima sul tuo fare, essere e dare accoglienza.
  • Se vuoi essere certa che io ti legga, se vuoi che io interagisca con te, dovrai aggiungere ad ogni post che pubblicherai su Instagram l’hashtag #myhospitalitychallenge e taggarmi con @lalogicadellaccoglienza . Entrambi, purtroppo: Instagram è sempre più esigente (se seguirai su Facebook assicurati che siamo “amici” e taggami @cinziapedrani).

Bene. Siam pronte per iniziare.

day 1 my hospitality challenge, cinzia pedrani

My Hospitality Challenge inizia all’insegna dell’amore perché quella che intercorre tra un Host e la sua struttura, tra te e la tua scelta di fare del tuo talento dell’accoglienza la tua vocazione, il tuo modo di rendere il mondo un posto migliore, è una relazione vera.

C’è un iniziale innamoramento, connotato da un grande entusiasmo. Tutto sembra possibile, facile, meraviglioso.

Poi l’innamoramento finisce e arriva la prima crisi.

Ma crisi non vuol dire tragedia, vuol dire opportunità, mi offre l’occasione di scegliere. Lascio o rilancio?

Se rilanci la tua relazione diventa adulta, l’innamoramento diventa amore. Con i suoi alti e bassi, chiaramente.

L’entusiasmo cede il passo alla fiducia.

In questa fase spesso si fanno grandi progetti, grandi cambiamenti (più o meno invasivi sulla struttura, per esempio, o sugli spazi, si aggiungono servizi, magari si decide di acquisire nuove competenze, di assumere un aiuto, …).

Ma quando ci si discosta troppo dal sentire autentico, dal nostro “sogno” iniziale la vita diventa difficile, pesante. I problemi, le difficoltà anche relazionali aumentano.

È il momento di ridimensionarci, è il tempo della seconda crisi. Seconda opportunità.

Il rischio, arrivati a questo punto, è cedere alla rassegnazione.

Se invece scelgo di rilanciare ancora entro nella terza fase, quella dell’abbandono.

L’abbandono ci dona uno sguardo in grado di cogliere l’essenziale, di ridare gusto al nostro fare di tutti i giorni, a mantenere alta la fiducia.

Hai mai pensato al tuo fare accoglienza in questi termini? Ti ci ritrovi? A che punto pensi sia la tua relazione?

O, se preferisci:

Cosa ti fa alzare, oggi, felice di essere Host?

Cerca di andare oltre la prima risposta, forse scontata, che può venirti in mente e poi trova uno scatto che possa aiutarti a raccontare questo tuo amore.

Day 2 my hospitality challenge, cinzia pedrani

Tre informazioni sono fondamentali nella BIO o in home page di tutti i canali social della tua struttura.

Chi siete, tu e la tua struttura (il suo nome, la tua faccia)

Cosa fate (che tipo di ospitalità offri)

Dove lo fate (paese o, se poco conosciuto, provincia, regione, luogo di principale interesse in zona)

Se hai letto il post Fare, essere, dare accoglienza, sai che questi sono i primi tre gradini di una possibile scala dell’accoglienza: son fondamentali, non possono essere saltati, non se sei Host.

Riguardano specificatamente il tuo fare accoglienza.

Sono tre gradini che percorri nel tuo fare quotidiano, nel tuo diventare sempre più brava nel fare: ti prendi sempre più cura degli spazi che offri, della qualità dei prodotti e servizi che proponi, aggiungi dettagli, li evidenzi, cerchi di formarti dove possibile.

Lo fai perché vuoi che “funzioni”.

Oggi inizia con il controllare le BIO dei tuoi canali social e la home page del tuo sito e poi torna qui e racconta con una bella immagine e poche o tante parole dove ti trovi.
Fallo a modo tuo (non prendere testi di guide della zona), lascia che dalle tue parole traspaia il tuo legame con questo luogo, se c’è, il tuo amore

Racconta partendo dal tuo sguardo, dal tuo vissuto, come fossi davanti ad un ospite che, curioso, non vede l’ora di saperne di più.

Day 3 my hospitality challenge, cinzia pedrani

Quando ho scelto questa traccia ho pensato che potesse essere declinata in maniera molto diversa e questo è un aspetto che amo delle Challenge: stessa traccia, stesse indicazioni vengono manifestate in mille modalità diverse. Tutte bellissime.

Welcome, benvenuto, benvenuta.

Pensa a quel momento, quello in cui il tuo ospite finalmente arriva.

Quale pensi sia la particolarità del tuo benvenuto?

Quale aspetto del tuo fare ed essere accoglienza credi arrivi per primo ai tuoi ospiti?

Come vivi tu l’arrivo di un nuovo ospite?

  1. Entri subito in sintonia?
  2. Ti ci vuole del tempo?

Vai in ansia?

E’ una traccia importante, a volerla indagare, e forse difficile da concretizzare in un post. Vediamo qualche idea.

  • Potresti usarlo per presentare la tua struttura (magari con un video)
  • Potresti usarlo per fare un elenco delle attività che svolgi al momento dell’arrivo dell’ospite, il tuo fare (come accogli un ospite, cosa dici, cosa fai, cosa offri)
  • Potresti usarlo per una confessione un po’ più intima,per parlare del tuo stato d’animo prima e durante ogni nuovo arrivo. Come vivi l’attesa, per esempio, l’incontro, il dialogo iniziale. Se hai delle ansie ricorrenti, se sei serena, se hai messo a punto un metodo tuo …

La vita di un Host è ricolma di attesa, spesso vissuta male, subita. Ma l’attesa fa parte già dell’accoglienza, è un momento che rende possibile l’accoglienza: se non attendiamo, molte cose non siamo in grado di accoglierle.

Ci avevi mai pensato?

Day 4, my hospitality challenge, cinzia pedrani

Me, eccomi. Un post per mostrarti e raccontare qualcosa di te.

Lo so, parlare di te non ti fa impazzire.
È un passaggio che salteresti volentieri.

Per questo ho deciso di proporre questa traccia subito, la prima settimana. Spero che l’entusiasmo degli inizi ti aiuti a svolgere il compito e … una volta tolto il dente, è tutta discesa. Così si dice.

Come sempre sarai tu a scegliere con quanta “profondità” svolgere il compito su quale gradino posizionarti nel farlo.

Assoluta libertà: proprio come, parlando di sito web della tua struttura, è “obbligatorio” prevedere una pagina chi siamo, così è importante che tu ci sia anche sui tuoi canali social.

Se vuoi che un ospite scelga proprio te tra tante alternative possibili è fondamentale che la tua unicità arrivi anche on line perché’ è proprio qui che, oggi più che mai, si gioca la partita.
È qui che si sceglie!
Sito e canali social, il tuo modo di comunicare, le tue foto devono parlare anche di te.

Visto che il post di domani verterà sui perché del tuo fare accoglienza il mio consiglio, per il post di oggi, è di rimanere focalizzata su di te.

Presentati.

Semplicemente, si fa per dire, come fosse la prima volta.

Potrebbero forse tornarti utili, per farlo, una foto “emozionante” e/o una didascalia ironica, ma l’ingrediente che oggi, più che mai, non dovrebbe mancare è la tua spontaneità. Oggi, più che mai, è bandita ogni scontatezza.

Day 5, my hospitality challenge, cinzia pedrani

Chi ti segue ama sicuramente quando decidi di raccontare una storia, soprattutto se riguarda te.

Lavorare su questa traccia potrebbe essere proprio l’occasione per raccontarne una Quanto intima lo deciderai tu, e andrà benissimo.

Il tuo perché potrebbe avere a che fare con una motivazione pratica e potrebbe anche sembrarti banale: non ti lasciare bloccare dai tuoi pensieri, dai tuoi giudizi.

Questa traccia è un’occasione per ripensare alla tua accoglienza, per ricordare (riportare nel cuore) l’entusiasmo e le paure che ti abitavano prima di iniziare, le tue resistenze (se c’erano), ma anche il tuo coraggio, forse la tua eroicità, nel continuare, nel dare fede al tuo perché.

Quegli eventi sono ancora lì, vivono nel tempo e oggi ti possono “parlare” in un modo nuovo, non perché siano cambiati, ma perché la tua capacità di coglierne i significati, il valore, l’insegnamento, oggi è diversa.

E’ cresciuta, insieme al tuo fare ed essere accoglienza.

[Se sei in difficoltà o se vuoi fare un lavoro più intimo, potrebbe aiutarti La catena dei perché.

E’ una tecnica nata in ambito aziendale per il problem solving (l’ha inventata il manager giapponese della Toyota Sakichi Toyoda) che può aiutarti a fare ulteriore chiarezza.
Si parte chiedendoci perché facciamo quello che facciamo (quindi, nel tuo caso, perché ha voluto essere Host), poi ci si domanda il perché della propria risposta, e così via per cinque volte alla fine si scrive una frase che riassume tutte le risposte. Fai attenzione a non spostare il focus principale da te stessa agli altri].

Day 6, my hospitality challenge, cinzia pedrani

Il dettaglio è importante quanto lo è l’essenziale.

Christian Dior

Sono sicura che oggi sarà facile per te seguire questa traccia anzi, son quasi certa che avrai solo l’imbarazzo della scelta.

La nostra accoglienza è fatta di dettagli : spesso grazie ad un dettaglio riceviamo una bellissima recensione, a volte proprio per un dettaglio ne riceviamo una pessima.

Quasi sempre la nostra struttura viene scelta, tra le tante possibili, proprio per un dettaglio.


Può essere una foto, una parola della descrizione, una frase sui social o nei testi on line, un commento che capita “per caso” sulla nostra bacheca. Qualunque cosa può essere quel dettaglio che ci procura una prenotazione, un plauso o una critica.

Se provi a pensarci probabilmente ti renderai conto che anche tu, nelle scelte di ogni giorno, spesso ti fai sedurre da un dettaglio … azzeccato.

Si perché, la citazione di Dior prosegue con

Quando è inadeguato, distrugge l’intera creazione.

(Christian Dior)


Scegli con cura il dettaglio che vuoi condividere oggi.

Se sei indecisa tra i tanti possibili potresti:

  • ripensare all’intento con il quale hai iniziato la Challenge e poi di scegliere quel particolare che meglio lo “manifesta” , che più di altri gli da voce
  • pensa alla tua accoglienza, pensala come una macedonia mista: cerca di riconoscerne gli ingredienti (forse c’è della fiducia, della gioia, c’è empatia, c’è un particolare sorriso, c’è cura, attenzione, ascolto, …) e scegli di mostrare un frutto in particolare, un aspetto che riconosci presente nel tuo fare, essere, dare e darti accoglienza.
Day 7, my hospitality challenge, cinzia pedrani

E’ il momento della verità (non che tutto quello che hai mostrato fino ad ora non lo sia), quella meno raccontata, meno celebrata, a volte meno riconosciuta.

E’ il momento di mostrare uno, tra i tanti possibili, dietro le quinte della tua accoglienza: mostrare la fatica (fisica e non solo) che si cela dietro l’unicità del tuo accogliere.

Puoi scegliere di metterla sul comico (ricordo che una volta, piena di sconforto davanti ad un’altissima pila di lenzuola da lavare, stirare e ritirare mi è venuto spontaneo fare una foto e condividerla) scegliendo qualcosa attinente alle tante attività meno instagrammabili legate al tuo accogliere, o puoi raccontare qualcosa di più intimo, qualche tua difficoltà relazionale (per esempio legata al pagamento, o al rispetto delle regole ) o magari una tua qualità che, accogliendo, fatichi a manifestare.

Anche in questo caso non c’è un modo giusto di affrontare la traccia. C’è il tuo modo.

Day 8 my hospitality challenge, cinzia pedrani

Immagina di avere di fronte a te uno dei tuoi ospiti, uno simpatico.

Immagina che ti chieda un consiglio per una gita.

Take your time, prenditi del tempo e vieni in gita con me!

Immagina che questa sia la tua risposta e poi raccontaci dove lo porteresti.

Accompagna chi ti legge in un luogo non troppo lontano dalla tua struttura (la classica gita in giornata, fattibile anche da chi soggiorna solo due notti): un luogo che ami davvero, questo è l’unico requisito.

Può essere una destinazione turistica “classica” o un angolo di natura che conoscono in pochi: decidi tu, seguendo il tuo cuore.

Solitamente è una validissima guida.

Puoi raccontare tutto nei dettagli o mostrare solo una foto della destinazione o un momento del percorso per raggiungerla, puoi spiegarci perché sceglieresti proprio quel luogo. Raccontacelo.

Oggi usiamo la fantasia, cerchiamo di usarla bene.

Day 9 my hospitality challenge, cinzia pedrani

Siamo arrivate quasi al termine di questa nostra avventura.

E’ arrivato il momento di dire grazie.

Mi sono resa conto, nel tempo, che provare ed esprimere gratitudine è uno dei principali rimedi all’assuefazione (possibile effetto collaterale del vivere gli aspetti ripetitivi nel nostro fare accoglienza) ed alla conseguente lamentela.

E ti dirò di più: la gratitudine è intimamente connessa alla felicità!

Come? Semplice:  coltivare la gratitudine ti porta a focalizzarti su ciò che hai (e non su ciò che ti manca ) e ad esercitarti a vedere e a dare valore a tutto quello che ricevi dagli altri.

Provare gratitudine in questo nostro accogliere è fondamentale, raccontarla potrebbe non esserlo. Ma oggi lo facciamo.

Oggi quindi diciamo grazie ai nostri ospiti, a chi ci ha scelto, tra tante alternative possibili, a chi ci ha lasciato una recensione, a chi è tornato più volte, a chi ci ha messi a dura prova, a chi abbiamo amato dal primo istante.

Diciamo grazie perché, senza di loro, noi non potremmo fare quello che tanto amiamo. Accogliere.

Come farlo?

Son sicura che troverai il tuo modo.

Day 10, my hospitality challenge, cinzia pedrani

Ed infine, oggi, diciamo grazie al nostro team per raccontare qualcosa di chi ti affianca, chi ti aiuta, chi ti supporta nella gestione della tua struttura.


Può essere qualcuno che interagisce quotidianamente anche con i tuoi ospiti, può essere un familiare, un amico/a che ti “aiuta” senza mostrarsi.

Può essere qualcuno che ti ha sostenuto all’inizio, qualcuno che ha creduto in te, nel tuo intento, qualcuno che ti ha aiutata a manifestarlo.

Sono sicura che, anche se non hai un vero team nella tua gestione quotidiana, se ci rifletti su un momento scoprirai di avere tante persone intorno a te che, in modi differenti, ti inspirano e supportano nel tuo fare accoglienza e che magari sono per te esempi a cui ti ispiri per crescere sempre più nel tuo essere e dare, accoglienza.

Anche in questo caso diciamo grazie perché, senza di loro, noi non potremmo fare quello che tanto amiamo. Accogliere.

Complimenti. Sei arrivata, al termine del percorso. Spero ti sia stato d’aiuto ma, soprattutto, spero tu ti sia divertita e magari anche emozionata nel ri-percorrere le tappe della tua vita da host, nel ripensare agli inizi, nel riproporre in maniera nuova, creativa, il tuo fare,essere e dare accoglienza.

Complimentati con te stessa, mi raccomando. Non è affatto scontato scegliere, in maniera consapevole, sdi seguire un percorso come questo, e arrivare fino in fondo!

Se hai dubbi, curiosità o semplicemente vuoi condividere un tuo pensiero con me commenta sotto questa nuova pagina o scrivimi senza esitazioni: le tue domande possono essere d’aiuto a tutti!

Ti aiuto a, Cinzia Pedrani

Accogliere può essere un “lavoro”, utile e anche redditizio, ma potrebbe essere anche una vocazione, la tua vocazione, la mia, nella misura in cui ci permettiamo di manifestare questo nostro talento come dono per gli altri.

Cinzia Pedrani, conosciamoci meglio.

Negli anni passati ho creato diverse risorse, pagine e post, a volte prima a volte dopo le varie edizioni. Ti invito a darci un’occhiata. Le trovi raccolte in Risorse gratuite per la tua Challenge. Potrai trovarci indicazioni, consigli ma, leggendomi, potrai anche renderti conto, forse in maniera più pratica, di cosa voglia dire ri-petere permettendo al “nuovo”, che il tempo ti ha permesso di accogliere, di manifestarsi.

Buona accoglienza!

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