Cinzia Pedrani-In Attesa

Attesa non ti Temo

Immagino tu sia d’accordo con me se dico che uno degli aspetti più pesanti del nostro lavoro è attendere.

Come scrivevo nel post  L’Attesa non è mai Finita 

Gestendo un bed and breakfast mi sento di dire che l’attesa non è mai finita.

Ma va benissimo così: è una mia scelta, mi permette di pregustare l’incontro con persone nuove, di immaginare vite ed aspettative; insieme ad altri aspetti del mio lavoro “l’attesa” colora la mia giornata.

Blog: Questa casa è un bed and breakfast, Cinzia Pedrani

Oggi non ho cambiato idea ma son sicuramente diventata più pragmatica.

L’attesa è parte di questo lavoro. E’ innegabile.

Nella mia giornata tipo, per prima cosa attendo il loro arrivo.

Iniziamo da qui. C’è un orario di check in ma non è affatto sicuro che lo abbiano letto o abbiano intenzione di rispettarlo.   Io solitamente li contatto il giorno prima, via Whatsapp se li trovo o via sms. Se hanno prenotato on line gli mando anche una mail di reminder 2 giorni prima. In entrambi i casi allego una mappa (non si sa mai) e chiedo un orario indicativo d’arrivo.   Già da qui capisci che esistono due tipi di ospiti: quelli collaborativi e gli altri.   I primi rispondono ai messaggi, ti indicano un orario e ti scrivono in caso di contrattempi. Gli altri suonano il campanello al loro arrivo! That’s All.

Poi li aspetto  la mattina per la colazione.

Il mio è un B&B tradizionale: la colazione la servo io, nella sala da pranzo di casa. La mia disponibilità è dalle 7.30 alle 9.30. Anche in questo caso chiedo loro di darmi un orario indicativo.   Se hanno un aereo o un appuntamento solitamente son puntuali e veloci, se sono in vacanza conviene prenderla con filosofia.

Potrebbe essere una attesa lunga alla quale probabilmente seguirà una lunga colazione. Sono in vacanza, loro, cerchiamo di non dimenticarlo.

Infine c’è l’attesa per il check out.

In questo caso non hanno bisogno di me, chiudono la porta, aprono il cancello e vanno ma sono io che ho bisogno che loro vadano per poter pulire e riorganizzare il tutto per gli  ospiti che arriveranno.   E poi si riparte, in un ciclo continuo, nel migliore dei casi perché vuol dire che stai lavorando.  

Una cosa credo sia chiara a te che lavori già e da chiarire subito se devi ancora iniziare: se l’attesa ti pesa, ti innervosisce o ti mette di cattivo umore questo lavoro non fa per te. 

Gli ospiti ,quando finalmente arrivano, avvertono subito il tuo stato d’animo, e reagiscono di conseguenza: non ricordo dove l’ho letto ma è dimostrato che è nei primi tre minuti, praticamente incontro e presentazioni o poco più, che in loro si crea la prima impressione su di te e sulla tua accoglienza. Tre minuti.  

Il mio consiglio è di lavorare affinché questa prima impressione sia la migliore possibile perché se dovesse essere negativa sarà molto difficile per te fare in modo che la modifichino durante il soggiorno, molto difficile, credimi.

Torniamo quindi all’attesa.

Se attendere è per me una perdita di tempo, se mi annoio, se penso a tutto quello che avrei potuto fare nel frattempo sicuramente quando finalmente arriveranno non sarò dell’ umore migliore per accoglierli e loro lo sentiranno. Non credi anche tu?  

Cosa faccio io?

Semplice: utilizzo  questo tempo per fare cose che mi piacciono o cose utili per la casa che voglio/devo fare.

Cinzia Pedrani-la mia casa

il tempo non fugge: siamo noi che lasciamo che ci sfugga tra le mani quando invece di afferrare e accettare il presente, qualunque esso sia, cominciamo a desiderare di essere già oltre, tra cinque minuti, un’ora, un giorno, un anno.

La rana bollita, M. Innorta

Ad esempio leggo tantissimo (si era forse capito ) soprattutto la mattina mentre li aspetto per la colazione. La casa è tranquilla, la mente è fresca e trovo sia un tempo ben speso.

Gioco, da sola o in compagnia, con l’amato Taroth, studio, lavoro al pc , cucino o lavoro a maglia  (dipende un po’ dall’orario) mentre li aspetto per il check in. Sistemo il giardino, stiro o faccio altre faccende domestiche aspettando il check out.  

Niente di trascendentale, non serve.  

La cosa importante è fare in modo che tu non percepisca questo tempo come tempo perso ma, al contrario, come un tempo prezioso per te.  

Nel 2014 sul blog del B&B I due Noci scrivevo:

Attendere è una scelta e come tale non è mai una perdita di tempo, non per noi stessi! Attendere è una consapevolezza, la nostra consapevolezza che quell’ attesa è, in quel momento,  la scelta giusta per noi!

Attendere è pregustare, una pre-gioia per qualcosa che speriamo accadrà!

Blog Questa casa è un bed and breakfast, L’attesa non è mai finita

Ecco, questo è il concetto che vorrei farti arrivare oggi: non subire passivamente il tempo che dovrai dedicare a queste attese ma usalo in un modo utile per te, interessante e magari creativo.

Gli ospiti arriveranno e ti troveranno di  ottimo umore ed il tuo sorriso ed il tuo stato d’animo li tranquillizzerà, li farà sentire accolti, attesi.

Se fossi in loro non potrei desiderare altro, non credi anche tu?  

Spero di averti offerto con queste mie poche righe uno spunto di riflessione e, se ti va, lascia un commento qui o cercami sul tuo social preferito e dimmi la tua.

Se invece per te l’attesa è davvero un problema e ti va di confrontarti con me sull’argomento puoi contattarmi utilizzando il modulo che trovi qui 

Sarò felice di dedicarti il mio tempo! Nell’attesa 🙂

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